Roberto Vicenzi svela la nuova Centro Computer



Vision 2020 riassume un importante cambio di strategia per anticipare, insieme ai partner, le esigenze dei clienti nate da innovazioni dirompenti e destinati a durare a lungo

Giuseppe Goglio

Pubblicato il 05 Giu 2017


La strada dei servizi gestiti affidati a un partner esterno all’azienda registra una crescita di consensi ormai consolidata. A favorire la tendenza, una complessità nei sistemi IT tale da renderla un’incombenza sempre più problematica da gestire all’interno e una velocità di cambiamento pronta ad assorbire più risorse di quelle disponibili nella media delle realtà italiane. Come sempre in situazioni del genere, ribaltando il punto di vista lo scenario si trasforma in opportunità
«Non è più sufficiente seguire l’innovazione, è indispensabile anticiparla – esordisce Roberto Vicenzi, vice presidente di Centro Computer -. Dopo oltre trent’anni nel settore It dove abbiamo visto e superato di tutto, credo possiamo proporci come un valido alleato per chi guarda al mondo dei managed service provider».

Roberto Vicenzi, vice presidente di Centro Computer

Traguardi importanti, ma anche qualche inevitabile errore, hanno accompagnato la storia del system integrator romagnolo. Aspetto più rilevante però, ogni tipo di esperienza viene valutata in prospettiva futura. «Già da un paio di anni abbiamo iniziato a guardare alla trasformazione digitale – spiega Vicenzi -. Siamo in un momento in cui dobbiamo preoccuparci non tanto di come saranno le organizzazioni nei prossimi anni, ma prepararci ad affrontare cambiamenti su un periodo molto più lungo».

Nuovo linguaggio per nuovi interlocutori

Il superamento delle ultime barriere, soprattutto, emotive, nei confronti del cloud computing non si limita a creare nuove opportunità. Produce anche effetti collaterali, molto delicati dal punto di vista di un fornitore di servizi. «Il modello preesistente è stato distrutto – precisa Vicenzi -. Oggi un dirigente può comprare un software e attivarlo in totale autonomia. Cambiano quindi gli interlocutori, e di conseguenza deve cambiare il modo di relazionarsi delle nostre figure di riferimento».
Da personale prevalentemente orientato all’area tecnica, servono infatti ora addetti in grado di interagire con i manager. Un passaggio strategico, con la necessità di una fase di formazione dalla quale è scaturita la decisione di aumentare la propria forza lavoro di una decina di figure. «Scenari nuovi richiedono anche persone nuove. Tanti rivenditori sono cresciuti con noi su principi ormai consolidati. Ora dobbiamo tutti imparare a dialogare con clienti diversi su questioni diverse. Per questo abbiamo deciso di investire in personale e formazione».
Dietro la grande ondata di IoT si nasconde infatti dell’altro. Dalla semplice richiesta di connettività, tanti clienti Centro Computer hanno iniziato a chiedere anche la componente di servizi, dispositivi inclusi. L’evoluzione stessa dei dispositivi rappresenta inoltre un ulteriore variabile pronta a moltiplicare la complessità degli scenari. «Basta guardare a un paio di semplici esempi per capire quanto cambierà il panorama nel giro di poco tempo. Con il Galaxy 8 di Samsung, la presenza della docking station chiuderà il divario tra smartphone e PC, mentre la Compute Card di Intel porterà a una serie di nuovi prodotti da gestire in modo non molto diverso dai materiali di consumo».
Il tutto però, non va sostituire l’offerta esistente, ma ad aggiungersi. Temi come la unified communication e il software defined data center restano sempre attuali e per buona parte ancora da sviluppare. Senza trascurare l’imminente esplosione dello smartworking, al momento solo accennata.

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Una vision per guardare lontano

Una serie di considerazioni di fronte alle quali prende consistenza il rischio di perdere il controllo. Per questo, si rivela importante allargare la visione, sia in ampiezza sia in durata. «Per la prima volta, con Vision 2020 siamo arrivati a fare una programmazione con largo anticipo – riprende Vicenzi -. La trasformazione digitale è un passaggio enorme, il cambiamento è grande per tutti noi; ancora una volta, dobbiamo essere più bravi dei nostri concorrenti, anche se siamo consapevoli come questa colta non sarà certo facile».
Partendo da un fatturato di 36 milioni di euro nel 2016, l’ambizione è di arrivare a 50 milioni di euro nei prossimi tre anni. Punto fermo della relativa strategia, alzare la dimensione media dei propri clienti. L’intenzione è cercare nuove opportunità soprattutto nel mondo delle aziende medio-grandi. Un ulteriore aggiustamento di rotta anche per i partner. «Abbiamo bisogno di rivenditori capaci di proporre il principio di costo operativo e non più i semplici dispositivi – conclude Vicenzi -. La nostra idea è attribuire al dipendente un costo operativo mensile, comprensivo di hardware, software, assistenza. Per il cliente, è una spesa certa, molto più facile anche da attivare o disattivare».

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