Cloud: il triangolo perfetto tra tecnologia, infrastruttura e system integrator



Un ciclo di incontri promossi da Aruba e VMware per analizzare, insieme ai system integrator, le opportunità del cloud nell’era data driven

Maria Teresa Della Mura

Pubblicato il 13 Nov 2018


Un ciclo di incontri, tre per la precisione, ad Avellino, Ancona e Ponte San Pietro.
Un obiettivo: presentare Aruba come partner ideale per la community dei system integrator che stanno accompagnando le medie aziende italiane nei loro percorsi di trasformazione in cloud.
Tutto parte da qui, da una considerazione molto semplice: “Noi non siamo un system integrator – spiega Daniele Migliorini, Senior It Architect in Aruba -. Noi non rivendiamo licenze, siamo, piuttosto, il partner ideale dei system integrator, che possono concentrarsi sul loro business, senza preoccuparsi dell’infrastruttura e della sua gestione”.

È una triangolazione perfetta, quella prospettata da Migliorini, tra fornitore tecnologico, system integrator, fornitore della soluzione infrastrutturale, fondamentale in un momento in cui le aziende sempre più convintamente si stanno spostando verso l’adozione di nuovi modelli in cloud per poter sostenere i nuovi requisiti di velocità e capacità della cosiddetta data driven economy, l’economia basata sui dati e sulla loro analisi.
“Due sono le parole chiave per le aziende di oggi – spiega Migliorini -: analytics e velocità. Poter avere informazioni in tempo reale cambia il business dell’impresa”.
A queste esigenze, Aruba risponde con la propria infrastruttura, con il proprio network di datacenter in tutta Europa e con un ventaglio di certificazioni e accreditamenti che rappresentano la garanzia che i dati in piena ottemperanza a quanto richiesto in termini di sicurezza, compliance al GDPR e continuità di servizio.

Lo scenario attuale

Del resto, i numeri presentati dall’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politenico di Milano  non lasciano adito a dubbi. Si parla di una adozione del cloud sempre più matura e consapevole da parte di aziende che spingono sui progetti di migrazione sulla spinta di mantenere competitività e crescita.
Il 75 per cento delle imprese considera il cloud un elemento chiave per introdurre innovazioni, altrimenti troppo onerose da realizzare internamente, in termini di tempi, costi e competenze.
Tutto questo vale non solo per le aziende di più grandi dimensioni, ma anche e soprattutto per le piccole e medie imprese: il 74 per cento delle PMI italiane, infatti, non solo definisce il cloud una tecnologia abilitante nei percorsi di innovazione, ma ne individua i benefici nella possibilità di appoggiarsi alle competenze specialistiche del fornitore, di variabilizzare i costi, di attivare nuovi progetti demandandone la gestione tecnico-operativa la partner, così da potersi focalizzare sulle attività core.

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La visione di Aruba

“Per molte aziende – racconta Migliorini – la migrazione verso il cloud consente di abilitare nuove funzionalità e nuove capacità impensabili su infrastrutture legacy”.
Migliorini porta un esempio concreto: “Pensiamo alle real time analytics, sempre più richieste in particolare in tutti i progetti correlati all’Internet of Things o all’Industria 4.0. Impossibile farle girare su sistemi di vecchia generazione. Impossibile, se non si hanno risorse adeguate, pensare a un rinnovo della propria infrastruttura on premise. Il cloud può sciogliere l’impasse, abilitando a nuovi modelli di business basati sui dati anche realtà di più piccole dimensioni”.
Il riferimento immediato è alle infrastrutture SAP in cloud e in particolare a SAP Hana, nato per il mondo enterprise ma oggi aperto a ogni tipologia di impresa.
“I clienti ce lo chiedevano – spiega ancora Migliorini – ma c’era uno scoglio non da poco da superare: la certificazione delle appliance. Hana richiede infatti appliance hardware certificate e dunque comporterebbe investimenti molto significativi sia dal punto di vista infrastrutturale, sia dal punto di vista delle licenze. Tutto ciò renderebbe difficoltoso alle piccole aziende l’accesso alla tecnologia, se non ci fossero cloud e virtualizzazione”.

Il triangolo perfetto: Aruba, VMware, system integrator

In questo caso, ecco uno dei lati del triangolo perfetto di cui abbiamo fatto cenno prima, entra in gioco un player come VMware, che ha ottenuto la certificazione SAP per poter erogare virtual machine certificate HANA, con tutte le funzionalità indispensabili in ambienti software defined: fault tolerance, continuità operativa, provisioning automatico.
SAP Hana viene eseguito su vSphere, garantendo migliori livelli di servizio, grazie alla possibilità di migrare su più host senza downtime e all’alta disponibilità, un’accelerazione del time to value, grazie al provisioning automatico, e una riduzione del TCO, grazie a un maggiore utilizzo dell’infrastruttura e delle risorse.
Dal canto suo Aruba, secondo lato del triangolo, ha messo a punto uno IaaS per il mondo SAP Hana, multi tenant, ad alta affidabilità, in grado di supportare grandi carichi di lavoro e big data, flessibile e scalabile in termini di configurabilità, sul quale è dunque possibile installare ambienti HANA in modalità BYOL (Bring Your Own License).
“Aruba si occupa di tutto, dall’hardware al monitoraggio, consentendo al cliente di focalizzarsi sul proprio business”, precisa ancora Migliorini.
E il terzo lato del triangolo, il system integrator?
“Il system integrator si rivolge a noi perché il suo cliente oggi non vuole più hardware in casa. Non vuole spendere per acquistarlo, né vuole curarlo, preoccupandosi, ad esempio, che le condizioni ambientali siano quelle ottimali. Nel contempo, il system integrator non può permettersi che le applicazioni business critical del suo cliente si fermino o che la gestione dei dati non avvenga in piena compliance con tutte le normative vigenti, da partire al GDPR”.
Il tutto senza lock in e dunque mantenendo la piena libertà di spostare i propri dati da un cloud provider a un altro, sulla scorta di quanto previsto da OCF, Open Cloud Foundation, l’associazione che ha elaborato un framework che assicura l’apertura del cloud e di cui Aruba fa parte.

L’opinione dei system integrator

Incontro Aruba VMware Avellino

Tutti e tre gli incontri si sono chiusi con un momento di confronto con i system integrator su questi stessi temi.
Da questo confronto abbiamo estrapolato una nota positiva e una negativa che li unisce tutti, in un ideale fil rouge che attraversa il Paese.
Disporre di determinate infrastrutture in house è insostenibile per le realtà di più piccole dimensioni; in media sono utilizzate per il 15 per cento delle loro capacità e comportano un costo per dipendente eccessivo.
Il cloud consente di ridurre questi costi, di minimizzare l’errore umano, consentono al system integrator di fungere dai main contractor, utilizzando in parte le proprie infrastrutture e in parte quelle di Aruba, per l’erogazione dei diversi servizi.
La nota negativa, invece, riporta al vulnus strutturale del nostro Paese: il digital divide.
La mancanza di infrastrutture di rete adeguate penalizza le piccole e medie imprese del manifatturiero. Basta uscire dalle grandi aree metropolitane che le criticità diventano sempre più evidenti. “Le soluzioni per supportare la crescita delle nostre imprese attraverso la digitalizzazione ci sono, ma la carenza di infrastrutture rischia di vanificare tutto questo lavoro”.

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