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F-Secure, 25 anni sul campo: “Oggi la sfida sicurezza è maggiore”



L’azienda finlandese ha mosso i suoi primi passi nel 1991. In un mondo dove tutte le aziende dipendono dal software, i pericoli sono maggiori. Ma secondo Mikko Hypponen, Chief rearcher Officer, bisogna guardare con serenità al futuro

Gianluigi Torchiani

Pubblicato il 13 Giu 2016


Guardare al passato per progettare il futuro: così si muove F-Secure, che in questi giorni sta festeggiando i suoi 25 anni di attività nel campo della sicurezza informatica. Un argomento che soltanto negli ultimi anni è uscito dal ristretto circuito degli addetti ai lavori e interessare l’opinione pubblica. Colpa, probabilmente, degli attacchi divenuti nel tempo sempre più numerosi e più nefasti. Ma la storia della cybersecurity ha origini ormai decennali, come ha ripercorso Mikko Hypponen, Chief Research Officer of F-Secure, uno dei massimi esperti del settore, in azienda ininterrottamente dal 1991. Il primo vero e proprio virus della storia, Brain A, è arrivato nel 1986 direttamente dal Pakistan. Successivamente è stata la volta nel 1989 di AIDS, un malware che presentava delle analogie incredibili con gli attuali ransomware. Da lì in poi ogni anno ha avuto i suoi virus particolari: il 1992 ha visto l’arrivo di Michelangelo, il 1995 di Concept, mentre il millennio si è chiuso con Happy 99 (che può essere definito come il primo malware dell’era web).

Mikko Hypponen, Chief rearcher Officer di F-Secure

Il Duemila si è aperto con Melissa e Loveletter; il 2003 è stato l’anno sia del primo attacco riuscito contro un’infrastruttura critica, la compagnia di trasporto Usa Csx, che del primo virus mobile della storia. Per poi arrivare a nomi più recenti come Zeus e Stuxnet: quest’ultimo può essere considerato come un vero e proprio spartiacque nella storia del malware, perché si è dimostrato capace di colpire non solo l’ambiente Windows ma anche i sistemi di automazione. Per arrivare, infine, alle problematiche attuali, con la presenza dell’ormai celebre cryptolocker, una cyberwar tra Stati quasi neanche più celata e attacchi che sono stati persino capaci di bloccare l’attività di centrali elettriche.

Venticinque anni di esperienza permettono a Hypponen e colleghi di tracciare alcuni bilanci: innanzitutto è evidente che in passato gli utenti erano meno protetti di quanto non lo siano adesso. Basti pensare alla mancanza di update automatici che caratterizzavano i sistemi operativi del recente passato. La seconda considerazione dell’esperto finlandese è che, purtroppo, non ci sono patch sufficienti contro la stupidità umana. Se infatti le persone continuano a divulgare in pubblico dati sensibili, a comunicare non utilizzando canali sicuri, i cybercriminali avranno sempre vita facile.

Allo stesso tempo, rispetto al recente passato oggi “All companies are software companies “, ossia il funzionamento di qualsiasi business è dipendente dalle tecnologie IT. Elemento che alza non poco le dimensioni della sfida, considerato anche che grazie alla pervasività di Internet gli attacchi dei criminali prescindono dalla vicinanza fisica. Non bisogna però cadere in inutili allarmismi: Penso che il web sia una cosa grandiosa, ha portato a grandi opportunità, anche se certo permette a criminali di raggiungerti ovunque. Anche guardando in prospettiva penso che l’IoT porterà grandi rischi per la sicurezza, ma i benefici per la società nel suo complesso saranno maggiori, chiosa Hypponen.

Christian Fredrikson, ceo di F-Secure

Proprio l’Internet Of Things è un tema che F-Secure proverà sempre di più a cavalcare nel prossimo futuro, innanzitutto con una soluzione dedicata alla sicurezza della smart home. Inoltre, come ha preannunciato il Ceo Christian Fredrikson (che lascerà il posto a partire dal primo luglio) si guarderà sempre di più al mercato corporate, che già oggi (primo trimestre 2016) assicura circa il 39% del fatturato aziendale. I motivi sono semplici: nel consumer l’andamento è stagnante, mentre invece nel segmento b2b la società finlandese sta viaggiando a un ritmo di sviluppo del +20% anno su anno. Grazie anche al supporto di circa 3500 resellers a livello globale. La strategia per distinguersi dalla concorrenza è così quella di andare oltre la semplice protezione dell’end point per trasformare F-Secure in un vero e proprio fornitore di servizi di sicurezza, capace di offrire alla propria clientela strumenti di cybersecurity e di Threat intelligence. In maniera olistica, come abbiamo raccontato nel precedente servizio di #Digital4FSecure.

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