fattura elettronica

Passepartout: scontrino e fattura elettronici accelerano il passaggio al cloud delle PMI



L’imposizione normativa spinge l’evoluzione tecnologica. La software house sammarinese predispone i propri gestionali per imprese e commercialisti agli adeguamenti e allerta il canale a sfruttare l’onda di innovazione

Loris Frezzato

Pubblicato il 26 Ago 2019


Quel che non potè la cultura dell’innovazione, l’ha invece ottenuto l’imposizione normativa. La spinta verso il cloud e la predisposizione al digitale che sono arrivate dalla fatturazione e, ora, dallo scontrino, in formato elettronico, sono fenomeni che Passepartout e la propria rete di partner concessionari ha potuto verificare direttamente, portando, oltre a un incremento notevole di fatturato nelle relative casse, una maggiore attenzione all’innovazione e alla trasformazione digitale da parte dei clienti.

Anche da parte di quelle aziende di piccole e medie dimensioni e dei professionisti, commercialisti in particolare, che sono tra i target d’elezione della software house di San Marino.

(vedi l’articolo sull’ultima convention di Passepartout)

Fattura elettronica, un obbligo che ha stimolato l’innovazione

«La fattura elettronica ha avuto un impatto notevole per le software house, per i nostri rivenditori e, soprattutto, per i clienti – commenta Simone Casadei Valentini, Direttore Progettazione, Assistenza, Formazione Area Imprese e Commercialisti di Passepartout -. Un impatto che è stato ben maggiore di quanto ci si attendeva, dirompente per il software e per i servizi associati, che ha inoltre attivato nelle aziende un nuovo modo di lavorare».

Di fatturazione elettronica, in effetti, se ne parla già da una decina d’anni, ma molto a livello teorico, rimanendo per tempo un tema destinato a un gruppo ristretto di utilizzatori particolarmente orientati al digitale. Poi, pian piano, si è capito che l’obbligatorietà dell’applicazione si stava avvicinando: dapprima nei confronti della Pubblica Amministrazione e, dall’inizio del 2019, per tutti! Con la conseguente corsa all’attivazione dei moduli e a dotarsi del servizio più opportuno.

Passepartout-fattura elettronica
Simone Casadei Valentini, Direttore Progettazione, Assistenza, Formazione Area Imprese e Commercialisti di Passepartout

Fattura elettronica: una scadenza sottovalutata dalle aziende

«Un obbligo che ha riguardato direttamente tutte le imprese, tranne quelle di tipo agricolo di una certa dimensione e i forfettari, ossia i soggetti piccoli con una gestione amministrativa minima, vale a dire quel popolo di circa 1,5 milioni di partite IVA – riprende Casadei Valentini -. Un’enormità di soggetti, quindi, per i quali l’aspetto più difficile è stato convincerli che quella del primo gennaio non era l’ennesima falsa partenza e che non ci sarebbero state deroghe».

La prova è che ad autunno 2018 c’era solo il 30% delle aziende che aveva attivato un servizio di fatturazione elettronica.

Le emergenze (gestite) della Fattura elettronica

«Fin dai primi giorni dell’anno c’è stato un crescendo incontrollato di richieste – ricorda il manager -. Passepartout ha addirittura raddoppiato i numeri rispetto alle previsioni: dai 2 milioni di fatture al mese stimate siamo invece arrivati a quasi 5 milioni di fatture al mese. Per una copertura pari all’1,15% di tutte le fatture emesse in Italia. Un trend che non si è ancora fermato e che ci porta a continuare a crescere ogni mese. Pensiamo di arrivare entro fine anno a gestire l’1,2% del totale nazionale delle fatture. Una quota consistente per un’azienda come Passepartout che ha come target le PMI e che ha saputo dimostrare di gestire al meglio l’emergenza di inizio anno, arrivando a processare un numero di richieste e telefonate 5 volte rispetto a quelle di giornate normali, lavorando giorno e notte senza interruzioni, con qualcosa come 3.000 clienti al giorno da attivare, per arrivare a gestire 100.000 partite IVA nel giro di poche settimane».

Uno sforzo organizzativo e commerciale, soprattutto. Perché in effetti il gestionale Passepartout era già pronto da tempo al passaggio alla gestione digitale, essendo stato concepito per avere la fatturazione integrata nel prodotto, come era anche prima, quando si usava la carta. Un aspetto che pare sia stato molto apprezzato da clienti e concessionari, senza vedersi costretti a passare attraverso un portale esterno, come invece è stato con alcuni competitor.

Sinergia di comunicazione alle aziende tra Passepartout e i partner

E anche dal punto di vista dell’acculturamento del mercato, la sinergia con la vasta rete di concessionari partner è stata ottimale, con la software house che si è occupata di promuovere il tema a livello generale, trasversale sui vari canali di comunicazione, per sollevare l’attenzione dei clienti, mentre i partner si sono mossi in autonomia, pur con un forte contributo marketing da parte di Passepartout, a livello locale, attivandosi con eventi ristretti e mirati sulle verticalità e le geografie di vicinato, adattando il linguaggio alle particolarità di implementazione dell’applicazione richieste dal singolo cliente, con corsi selettivi secondo le diverse categorie di mercato.

Grande opportunità per i partner dal digitale: guadagni e ordini alle stelle

Uno sforzo congiunto che è stato abbondantemente ripagato e che ha rappresentato un’enorme opportunità per i partner di Passepartout, sia in termini di marginalità sulle fatture, sia derivanti dalla quota di servizi aggiunti, a cui si sono poi aggiunte le nuove ordinazioni di refresh tecnologico, che sono andate a sostituire, con l’occasione, programmi ormai da tempo obsoleti. Un aumento generale del business che si aggira intorno al 50%, a cui ha contribuito l’impennata di vendite di Mexal, il gestionale Passepartout indirizzato alle PMI, che ancora non si è esaurita, come anche si è notata una forte crescita nelle vendite di PassComm, per i commercialisti.

Scontrino elettronico: mancano i registratori di cassa

Se la fattura elettronica è stato un traino importante sulle PMI, ora sul mondo Retail il driver per accelerare la digitalizzazione è rappresentato dallo scontrino elettronico, obbligatorio dal 1 luglio 2019 per le aziende che hanno un volume d’affari superiore ai 400.000 euro, mentre per tutti gli altri soggetti la data di scadenza è il 1 gennaio 2020.

«In questo caso, alla reticenza culturale degli esercenti si sta sommando il problema del grave ritardo di fornitura da parte dei produttori di stampanti di nuova generazione – avverte Casadei Valentini -, con zone d’Italia completamente sfornite di registratori di cassa telematici. Si parla addirittura di un gap di fornitura del 50%. Un problema che, comunque, l’Agenzia delle Entrate ha concesso di risolvere, almeno momentaneamente, attraverso l’invio telematico mensile dei corrispettivi giornalieri via software».

Cinque i brand hardware che supportano il gestionale che Passepartout consiglia di utilizzare, e che costituiscono la gran parte del mercato: Epson, AP.ESSE Axon Micrelec, RCH, Ditron e Custom, ma la software house sta lavorando anche a un’interfaccia universale, basata sulla comunicazione tramite “scambio file” che consentirà alle soluzioni Passepartout di dialogare con qualsiasi stampante per registratori di cassa.

Commercialisti: un po’ clienti e un po’ partner, per portare il digitale tra le aziende

«Un’ulteriore opportunità per i nostri partner, che possono agire sia direttamente sulle PMI, attraverso l’attivazione di Mexal, sia di godere dell’attività dei commercialisti a cui propongono PassComm, i quali possono, a loro volta, fungere da driver nei confronti dei loro clienti per fare emettere fatture o scontrini in forma elettronica – spiega il manager -. Un vero e proprio acceleratore verso il cloud di aziende fino a oggi restie, in cui i commercialisti svolgono un importante ruolo di advisor per un rilancio del cloud. Basti pensare che giornalmente effettuiamo almeno 5 transizioni di clienti dall’on-premise al cloud e a fine anno pensiamo di arrivare a circa 6.000 clienti cloud in totale, ormai il 60% del nostro parco clienti commercialisti. Mentre sulle aziende siamo ancora al 15%, ma anche lì stiamo osservando una grande rincorsa verso il cloud».

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