Approfondimenti

System integrator in pole position per l’Industria 4.0: ecco perchè



L’implementazione concreta in azienda dei progetti relativi a Industria 4.0 richiede il prezioso lavoro dei system integrator. Che hanno tante opportunità per cogliere i vantaggi offerti dal mondo IoT

Gianluigi Torchiani

Pubblicato il 11 Apr 2018


Il ruolo del canale ICT è spesso oggetto di allarmi: il timore è che, nell’attuale scenario di trasformazione tecnologica, gli operatori del trade non riescano a tenere il passo e corrano il rischio di una disintermediazione, perdendo il classico ruolo di anello di congiunzione tra clienti finali e vendor. In realtà, mai come in questo momento storico, potrebbero esserci opportunità concrete per i system integrator, a patto di sapersi muovere dalla classica rivendita di prodotti alla integrazione di prodotti. Il punto è che, per quei pochi che non se ne fossero accorti, siamo nel pieno di una trasformazione epocale per il mondo del business.

La rivoluzione dell’Industry 4.0

Stiamo parlando naturalmente di quella che è spesso definita come la Quarta Rivoluzione Industriale, o ancora meglio Industria 4.0, in cui macchine intelligenti, interconnesse e collegate ad Internet vengono utilizzate in maniera sempre più massiva per permettere un’evoluzione sostanziale della produzione Industriale. Una scelta tecnologica che, come spesso capita, è spinta da profonde esigenze di business, dal momento che l’economia globalizzata impone alle aziende di affrontare sfide sempre più complesse e in tempi sempre più brevi. Questo significa accorciare il time to market, semplificare e integrare i processi manifatturieri, lavorare di concerto con i clienti e fornitori per identificare e realizzare prodotti sempre più personalizzati e complessi, rendere la produzione sempre più flessibile rispetto alle oscillazioni del mercato. Per rendere possibile tutto questo, è evidente che le informazioni sui processi di produzione e sui prodotti devono essere completamente disponibili in real time. Ma per raggiungere obiettivi di questa portata è necessaria una significativa trasformazione dei processi produttivi, che vada oltre la classica automazione industriale e sposi in pieno l’attuale processo di digital transformation.

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Il ruolo della system integration

Per rispondere a questi requisiti il paradigma dell’Industria 4.0 promuove intensivamente l’integrazione di sistemi, hardware e software e di sistemi embedded nella produzione e lungo la supply chain. Questa integrazione end to end non può essere svolta certamente in solitaria dai vendor del mondo IoT, spesso specializzati in un piccolo pezzo della catena del valore dell’Industria 4.0. Ma deve essere scaricata a terra dai system integrator, ovvero da professionisti con le competenze adatte per mettere in piedi progetti specifici in aziende in carne e ossa. L’obiettivo è quello di implementare un processo di trasformazione che possa portare i “vecchi” sistemi di produzione statici all’evoluzione in sistemi di produzione cyber-fisici capaci di sfruttare soluzioni intelligenti in un sistema totale di fabbrica intelligente.

I vantaggi dei system integrator per costruire un’impresa 4.0

I system integrator, oltre ad abilitare e gestire il pacchetto di soluzioni e piattaforme che rende possibile la nascita di un’azienda intelligente, possono giocare un ruolo importante anche ex post, in particolare sfruttando competenze che ormai possiamo dare per consolidate in ambito Ict, come Big data e Analytics. La miriade di dati che vengono prodotti dalle piattaforme dell’Industria 4.0 deve in infatti qualche modo essere sfruttata, gestita e interpretata, in modo da potersi realmente trasformare in un vantaggio per il cliente finale. Un fattore chiave che favorisce i system integrator è la scalabilità di questo tipo di progetti: solitamente i clienti preferiscono partire con sperimentazioni di piccole dimensioni, che magari possono essere estese in un secondo momento. Questo rende quasi impossibile ai vendor lavorare in autonomia, mentre pone i system integrator in una posizione di forza.

La convergenza di OT e IoT

Occorre poi considerare che una delle sfide fondamentali dell’IoT è l’integrazione con il mondo dell’operation technology (OT), ossia quegli strumenti hardware e software utilizzati nella produzione industriale per il monitoraggio e controllo di macchine, apparati, impianti, singoli dispositivi. La gestione dell’OT è una disciplina complessa che richiede una notevole esperienza e una conoscenza specifica dell’IT, ovvero tutti punti a favore degli integratori di sistemi, che spesso possiedono in casa queste competenze o, comunque, possono farlo investendoci tempo e risorse (in maniera sicuramente più agile rispetto ad altri tipi di aziende). Dal momento che i progetti di Industria 4.0 prevedono nella gran parte dei casi un connubio tra OT e IoT, gli operatori della system integration hanno un’arma in più da giocare.

Il peso del fattore umano

C’è poi un vantaggio intangibile che mette i system integrator in prima fila quando si parla di progetti di Industria 4.0 e di Internet of things: il fattore umano. Molto spesso questi argomenti sono sconosciuti o quasi alle aziende utenti, che quindi – quando decidono di affrontare una rivoluzione di tale portata – tendono ad affidarsi ai system integrator con cui hanno già lavorato proficuamente in passato per altri progetti ICT. A patto, naturalmente, di trovare degli interlocutori adatti e capaci di affrontare queste sfide. Poco noto è che, nell’ambito del piano governativo Industria 4.0, ci sono delle misure fiscali pensate appositamente progettate per sostenere il lavoro dei system integrator. Oltre all’ormai classico iperammortamento del 250% per l’acquisto di beni strumentali materiali nuovi ad alto contenuto tecnologico, la legge di stabilità 2017 ha stabilito un superammortamento 140% per l’acquisto di beni immateriali, quali software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni.

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