OVH: in Italia un ruolo sempre più importante dei partner



Il caso di Skybackbone, società IT specializzata nel mondo dell’outosourcing, che grazie alla capacità elaborativa assicurata da OVH è in grado di fornire servizi a valore ai propri clienti finali

Gianluigi Torchiani

Pubblicato il 20 Ott 2017


OVH pensa in grande come ha dimostrato il recente #OVHSummit di Parigi, in cui l’azienda si è posta come obiettivo strategico quello di diventare un partner globale del cloud. Ma anche in Italia le cose stanno andando particolarmente bene, come ci ha raccontato Dionigi Faccenda, Sales and Marketing Director di OVH Italia: «OVH italia nasce nel 2008. Oggi stiamo avendo una crescita enorme, paragonabile se non maggiore a quelle registrate dal gruppo nel suo complesso a livello internazionale. In particolare sul private cloud viaggiamo a ritmi del +50%, mentre sul public siamo addirittura a un +200%. Questo significa che l’adozione del cloud in Italia è ormai ben vista da piccole e medie imprese. Noi ci rivolgiamo infatti a imprese di tutte le dimensioni, ma occorre considerare che l’Italia è la patria delle Pmi che, per quanto ci riguarda, ci stanno dando grandi soddisfazioni».

Dionigi Faccenda, Sales and Marketing Director di OVH Italia

Il ruolo dei partner

Su questa tipologia di aziende OVH opera in maniera diretta, ma sul livello enterprise, quando c’è maggiore esigenza di integrazione delle applicazioni aziendali, entrano in gioco i partner, che in Italia pesano circa per il 30% sul fatturato. Una opzione che, vista la necessità di espansione ribadita a Parigi, sarà sempre più perseguita da OVH. Un esempio della collaborazione con i partner è il caso di Skybackbone, società IT di Carpi specializzata nel mondo dell’Outsourcing, che è uno dei principali partner di OVH a livello nazionale: «SkyBackbone nasce nel 2013, ma le sue componenti sia commerciali che tecniche hanno alle spalle una lunga esperienza nell’outsourcing. Insomma, sappiamo come gestire i sistemi informativi dei clienti lontano da casa loro. Abbiamo approcciato OVH perché dopo tanti anni di lavoro con player tradizionali (Telco o altro) cercavamo un player di livello internazionale, perché il nostro mercato è fatto da medie e grandi imprese che magari hanno l’headquarter in Italia ma che hanno anche filiali sparse nel mondo. E OVH ha questa grande capacità di riuscire a raggiungerle con reti molto veloci. L’altro fattore è stata la grande qualità dei loro servizi tecnologici, che ci hanno favorito anche nei confronti dei nostri clienti finali», evidenzia Luca Bulgarelli della direzione commerciale.

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Luca Bulgarelli e Giuseppe Nale di Skybackbone

L’importanza della reversibilità

In buona sostanza Skybackbone compra all’ingrosso capacità elaborativa da OVH e la rivende al dettaglio per i clienti finali, aggiungendoci dei servizi a valore aggiunto. Ma perché OVH e non un altro cloud provider? Come racconta Giuseppe Nale, CTO di Skybackbone, «E’ assolutamente fondamentale avere un a che fare con un partner europeo, tra l’altro il prossimo avvento del GDPR impone di tenere i dati in server europei. Noi poi facciamo cloud dedicato, dunque siamo sempre in grado di sapere dove sono fisicamente i dati. La reversibilità, l’assenza di vendor lock in, è un altro elemento chiave, viene molto richiesta dai clienti finali, che hanno la possibilità di lasciarci cinque giorni prima della fine del mese. Noi assicuriamo la possibilità di restituirli tutte le macchine virtuali in un formato ben accettato, ossia quello di VMware. Inoltre il pagamento avviene mese per mese, quindi l’impegno minimo richiesto è veramente basso». Ai partner l’OVH Summit restituisce l’immagine «di un’azienda che cresce di anno in anno e di questo siamo naturalmente contenti, ci rassicura non poco. Tanto che oggi il brand è utilizzato anche nell’approccio dei clienti finali», chiosa Bulgarelli.

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