Intervista

Datacore Software, il focus si sposta sui dati, resta la relazione con il canale



Il Ceo Dave Zabrowsky evidenzia la nuova strategia di Datacore, che vuole porre più attenzione a fenomeni come intelligenza artificiale, cloud e container

Gianluigi Torchiani

Pubblicato il 17 Ott 2018


Dave Zabrowsky
Dave Zabrowsky, Ceo di Datacore Software

Da un anno a questa parte Datacore Software ha cambiato leadership: Dave Zabrowsky, un passato in HP, è diventato il nuovo Ceo del gruppo, con il fondatore George Teixeira che è comunque rimasto nel board con il ruolo di chairman. Digital4Trade ha incontrato Zabrowsky, recentemente venuto in Italia per incontrare partner e alleati, per fare il punto sulle nuove strategie societarie. Che sono abbastanza differenti rispetto al passato: «Fondamentalmente Datacore aveva sinora basato il suo modello di business sull’area Software defined storage, ovvero più o meno sullo stesso background che aveva portato alla fondazione di Datacore una ventina di anni fa. Occorre però considerare che la digital transformation offre grandi opportunità sul fronte dei dati, quindi abbiamo deciso di evolverci, muovendoci da essere un’azienda esperta di storage a una esperta di dati nel suo complesso. Abbiamo un piano concreto per andare verso questa direzione, in particolare siamo molto forti dal punto di vista della disponibilità del dato. Abbiamo molte tecnologie per garantire la logica dell’always on availability: d’altronde le applicazioni critiche sono presenti in settori come ospedali, controllo del traffico aereo, ecc, dove le conseguenze di una mancata disponibilità del dato possono essere drammatiche per la stessa vita umana. La seconda area in cui possiamo dire la nostra è quella relativa alle perfomance: raggiungiamo i migliori benchmark internazionali a proposito, dunque le nostre soluzioni possono risultare estremamente utili quando c’è l’esigenza di presentare i dati in una maniera più veloce, praticamente in real time. C’è poi una terza area che è molto importante per noi, che è quella dei container, che costituisce un trend che sta cambiando la faccia di ogni applicazione. Insomma, sulla base dei nostri tradizionali punti di forza vogliamo farci largo nel mercato dei dati, offrendo nuovi servizi, che possono intercettare anche nuovi trend tecnologici, come artificial intelligence e machine learning. L’obiettivo finale è aiutare le aziende a essere proattive nei confronti dei dati: questa, insomma, è l’area in cui siamo focalizzati e su cui presto ci saranno dei nuovi annunci».

La nuova strategia di Datacore

In questo modo Datacore è convinta di riuscire a ritagliarsi un ruolo di primaria importanza nell’attuale scenario di trasformazione digitale, che ormai coinvolge qualsiasi settore industriale o mercato verticale. In particolare l’obiettivo della società americana diventa quello di fornire una serie di servizi basati sui dati che possono aiutare queste aziende a trasformarsi e a guidare la Digital Transformation. Nel corso della sua intervista a Digital4Trade Zabrowsky ha anche raccontato delle ragioni che lo hanno spinto a sposare la causa di DataCore: «La ragione per cui sono entrato in Datacore è soprattutto legata ai numerosi punti di forza della società. In particolare, ho scoperto che i clienti finali amano i nostri prodotti, grazie anche alla forza della nostra tecnologia. Le aree in cui necessitiamo di alcuni miglioramenti sono soprattutto dal lato marketing e branding; su questo fronte abbiamo già messo in atto alcuni miglioramenti negli scorsi trimestri. Dal mio punto di vista la società in passato la società tendeva a fare un po’ troppo, forse non potendo contare su una quantità adeguata di risorse, dunque dal mio punto di vista c’è bisogno di essere maggiormente focalizzati nelle tre aree che sono al momento chiave per noi: Ai, cloud e container. Datacore, ogni caso, sta abbastanza bene, lo scorso anno è stato di crescita, così come la soddisfazione dei nostri addetti e clienti. In linea generale vogliamo rendere più semplice fare del business con Datacore, dunque abbiamo introdotto modifiche in tal senso anche nel nostro partner Program. In particolare mettendo a punto un sistema dei prezzi più chiaro».

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Il mercato italiano per DataCore

Tutte queste novità, ovviamente, interessano anche il mercato italiano, che resta di primaria importanza per DataCore: «Abbiamo investito nel mercato italiano ormai quattro anni fa, è senza dubbio uno dei nostri mercati a maggiore crescita, perciò è decisamente in salute. Abbiamo ottime relazioni di canale, oltre ad alcune referenze molto importanti dal punto di vista dei clienti finali. Abbiamo inoltre alcune alleanze tecnologiche che funzionano molto bene, in particolare con Lenovo. In linea generale in Italia abbiamo una buona combinazione tra canale, alleanze e il nostro team italiano, che è piccolo ma lavora molto bene. Personalmente sono molto contento delle opportunità che il mercato italiano ci offre».

I messaggi per il canale

La nuova strategia non cambia comunque la storica relazione esistente con i partner di canale: «Il primo messaggio che vogliamo lanciare ai partner italiani è che siamo totalmente “devoti” al canale. Non c’è e non ci sarà mai alcun tipo di conflitto commerciale con DataCore, dal momento che tutto il nostro business passa attraverso il canale. Lavoriamo a stretto contatto con i partner di canale, affinchè il loro lavoro sia più profittevole. Dunque siamo una compagnia estremamente channel friendly. L’altro messaggio chiave, naturalmente, è che vogliamo muoverci dalle nostre posizioni di forza nello storage per lavorare maggiormente a livello del dato». Per quanto riguarda le novità che attendono DataCore nel prossimo futuro, il Ceo evidenzia come potrebbero arrivare altre partnership con hardware vendor, sulla scia del modello di successo avviato con Lenovo e delle altre in essere con nomi come Supermicro, e Western Digital.

Più vicino l’approdo a Linux

Qualcosa, invece, cambierà a livello tecnologico: storicamente le soluzioni Datacore hanno sempre funzionato con il sistema operativo Windows, senza la possibilità dunque di lavorare con Linux, che è progressivamente diventato fondamentale per l’ecosistema dei server. «Al momento non abbiamo ancora una versione dei nostri prodotti capace di funzionare sui sistemi operativi Linux, ma il nostro obiettivo è diventare completamente agnostici a seconda del sistema operativo utilizzato dai clienti finali o dall’hardware in loro possesso, quindi è sicuramente una direzione che stiamo cercando di prendere e, anzi, possiamo dire che sia già in fase di sviluppo. Penso comunque che il sistema Windows sia molto migliorato negli ultimi anni da un punto di vista della sicurezza, tanto da essere molto utilizzato anche dalle aziende del mondo enterprise», conclude Zabrowsky.

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