Strategie

Dal bisogno di flessibilità nasce Vertiv, pronta per le nuove sfide dettate da cloud e IoT

Prende corpo la scissione da Emerson, per affrontare il mercato con la necessaria libertà d’azione. Invariati i mercati di riferimento nel settore infrastruttura, nuove opportunità per il canale

Pubblicato il 16 Mar 2017

Giuseppe Goglio

vertiv

Di fronte a uno scenario dai cambiamenti profondi e continui, con un ritmo incalzante senza tregua, restare più del necessario ancorati a un modello, per quanto vincente, rischia di rivelarsi controproducente. Proprio il desiderio di sfuggire a questo pericolo ha indotto una delle realtà internazionali con la maggiore componente di tecnologia italiana a riorganizzare il proprio assetto, ai primi segnali di difficoltà in quella flessibilità diventata cruciale.

“Lo spinoff da Emerson si è reso necessario nel momento in cui la componente di tecnologie al servizio delle infrastrutture di data center e reti di TLC non era più allineata all’intera offerta dell’azienda – spiega Giordano Albertazzi, presidente in Europa, Medio Oriente e Africa di Vertiv -. Parliamo di un settore molto dinamico, e per quanto mi riguarda anche molto interessante. Una dinamicità per anticipare la quale è importante poter operare da soli, con la necessaria flessibilità e velocità d’azione”.
La stessa ragione che per il momento ha portato il nuovo marchio a optare per il capitale privato. “La trasformazione è stata pensata per restare vicino al cliente, continuando a tracciare la rotta nel settore – prosegue Albertazzi -. È qualcosa che ci distingue storicamente e ora intendiamo accelerare ulteriormente. Un’evoluzione estesa a tutti i nostri canali commerciali”.

La forte crescita di cloud e Iot, soprattutto in relazione al mondo industriale, sta producendo un’impennata di natura progressiva nella gestione dei dati. Combinata al cambiamento di scenario con il passaggio dell’interazione prevalente tra uomo e macchina al machine-to-machine, non era più possibile esitare un istante di troppo nell’adeguare il modello aziendale. “L’intera struttura network power è stata trasferita in Vertiv – sottolinea Albertazzi -. A livello di tecnologia, punti di contatto e servizi non viene perso assolutamente niente. In più, abbiamo la possibilità di accelerare secondo le esigenze. Guadagniamo gradi di libertà, importanti per essere più incisivi sul mercato”.

Invariati i settori principali di attività: data center, infrastrutture TLC e impianti industriali dal punto di vista della continuità elettrica. Nuove invece alcune importanti prospettive dettate dal mercato. “La crescita esponenziale dei dati e la relativa trasmissione determinano l’insorgere di problemi legati alla latenza nei punti più lontani dai data center – osserva Albertazzi -. Gli armadi di rete e i micro data center stanno crescendo di importanza e le aziende adotteranno soluzioni preconfigurate che permettano implementazione rapida, standardizzazione e gestione remota in tutte le sedi IT distribuite”.

In pratica una sorta di enorme struttura cache dell’intera Rete, destinata a mantenere accettabili i tempi di accesso. Una nuova sfida anche per la ricerca, dove per Vertiv l’Italia è un punto fermo. “Con il centro di Bologna dedicato alla parte UPS e quello di Tognana, nel padovano, per il condizionamento, siamo un punto di eccellenza. Non a caso, sono frequentati regolarmente da tecnici di realtà come Microsoft o Facebook per scoprire l’evoluzione”.

Nuova vita, stesso canale

Un punto fermo per la nuova realtà. Così come non c’è esitazione sulle dovute rassicurazioni verso i partner, più importanti che mai in un momento di svolta. “Puntiamo ad aumentare il ruolo del canale – assicura Antonio Carnassale, country manager di Vertiv -. La natura stessa del tessuto imprenditoriale italiano e lo sviluppo delle tecnologie edge offrono spazi naturali per la crescita della rete di vendita indiretta. Staremo molto concentrati e attenti ad aumentare l’impegno anche in questa direzione”.

Due gli elementi a favore di prospettive interessanti. “Bisogna affrontare uno scenario tanto complesso e variegato quanto poco conosciuto e in rapida trasformazione – riflette Carnassale -. Non esiste un approccio univoco e non c’è una maniera unica per raggiungere i vari mercati. Questo porta in modo naturale a rinforzare la parte di vendita indiretta”.

Il calendario di appuntamenti rivolti a partner e clienti è già iniziato. Per almeno tutto il 2017 la forza vendita avrà tra i compiti principali proprio comunicare la transizione. “Possiamo inoltre contare su particolari condizioni di favore legate alla presenza dei due centri ricerca su quattro in Europa – rilancia Carnassale -. Abbiamo quindi a disposizione una larghissima serie di competenze per la fase di formazione e aggiornamento, proposta senza sosta. Anche lo sviluppo di nuove partnership è uno dei punti da sviluppare”.

Come facile prevedere in circostanze del genere, l’entusiasmo non manca. È però la combinazione di lettura da parte del mercato e coscienza nei propri mezzi a indurre un ottimismo non sempre scontato in questo periodo. “Il nostro attuale andamento in crescita è incoraggiante – conclude Albertazzi -. Pur non potendo entrare nel dettaglio di obiettivi da raggiungere, mi sento sicuro sulla prospettiva di mantenere livelli di crescita superiori al mercato”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 5