A Firenze nasce FIRST Lab, un hub per l’innovazione digitale che parte dai giovani



HPE aggrega partner per lo scouting di giovani da impegnare in progetti di Smart City. Iniziativa promossa dalla Fondazione CR di Firenze e dell’Università di Firenze con la partecipazione di Computer Gross, Var Group, TT Tecnosistemi, WebKorner e Nana Bianca

Loris Frezzato

Pubblicato il 22 Mag 2017


Soggetti diversi, diverse nature e missioni, con un unico obiettivo: la creazione di una serie di laboratori che coinvolgano giovani laureandi da impegnare in progetti utili all’innovazione digitale della città. La città è quella Metropolitana di Firenze, la cui tradizione artistica e culturale votata alla valorizzazione del passato, certo non frena la voglia di innovazione che “ribolle” tra le tante istituzioni e aziende locali, tese a sviluppare iniziative di ammodernamento basate su IOT e digitale sfruttando le energie e le idee dei giovani del territorio.

Dell’iniziativa si è fatta promotrice la Fondazione della Cassa di Risparmio di Firenze insieme all’Università di Firenze, coinvolgendo l’incubatore di startup Nana Bianca e Hewlett Packard Enterprise, la quale ha mobilitato alcuni tra i suoi partner toscani: Computer Gross, TT Tecnosistemi, Var Group e WebKorner. Quattro milioni di euro in 3 anni è quanto è stato messo sul piatto da HPE e dai suoi partner, i quali parteciperanno ognuno mettendo a fattor comune data center, persone dedicate e laboratori.

La missione delle Università

«Un progetto che è confacente con la missione dell’università – ha commentato Luigi Dei, rettore dell’Università di Firenze -, perché mette in campo giovani per l’innovazione sul territorio. L’università, infatti, deve servire, in senso nobile, al Paese. E le ricerche e l’innovazione che vi svolgiamo devono trovare una concretezza, in termini di trasferimento di conoscenza e di creazione di posti di lavoro. Spesso, invece, le potenzialità dei giovani rimangono inespresse, mentre possono dare un enorme contributo in idee ed energie. Con questo progetto intendiamo fungere da ponte tra il mondo dello studio con quello del lavoro, per metterli nelle condizioni di capirne il linguaggio e le esigenze di concretezza con cui si dovranno in futuro confrontare».

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HPE coglie la sfida

E la concretezza è stata cercata volendo coinvolgere un vendor internazionale come Hewlett Packard Enterprise e alcuni dei propri partner più prossimi al territorio toscano, mossi da una volontà di trattenere a livello locale le idee e i giovani più promettenti.

«Idee alle quali HPE può dare un importante contributo – interviene Stefano Venturi, Corporate Vice President e AD di HPE Italia -, grazie alle competenze, tecnologiche e consulenziali, che abbiamo in ambito smart cities, con progetti in tutto il mondo. Da tempo cercavamo una via italiana e questa iniziativa ci ha visto da subito partecipi. L’idea di base è quella di

integrare tutto ciò che avviene in una città, a partire dal cittadino,e per questo abbiamo pensato di finanziare un laboratorio insieme ai nostri partner tecnologici, Computer Gross, TT Tecnosistemi, Var Group e WebKorner».

Per HPE si tratta di un’attività no-profit, per la quale si auspica per il futuro una stretta collaborazione anche con il Comune e la Città metropolitana di Firenze.

«Un laboratorio concentrato su ambiti quali il controllo del risparmio energetico, e-government, e-health, infomobilità, sicurezza e sorveglianza e turismo intelligente – riprende Venturi -, con cui si vuole creare un modello che valga non solo per Firenze, ma da esportare in altre città in Italia e anche nel mondo».

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