Ricerche

La maggior parte delle aziende non rispetta il GDPR



Secondo un recente studio di Talend, ben il 70% delle aziende non rispetta il GDPR, o non è ancora riuscito a farlo. I risultati peggiori provengono all’interno dell’UE e dal settore retail, mentre le aziende dedicate ai servizi digitali, soprattutto finanziari, si sono mostrate le più agili nei confronti del GDPR

di Redazione

Pubblicato il 18 Set 2018


GDPR

Il 70% delle aziende non è in grado di soddisfare le richieste di accesso ai dati entro un mese, come stabilito dal GDPR. A svelarlo è una ricerca condotta a livello globale da Talend, società specializzata in soluzioni cloud di integrazione dati. Lo studio ha coinvolto 103 aziende con sede o operanti in Europa interessate al GDPR, tenendo in considerazione l’articolo 15 del GDPR (“Diritto di accesso da parte dell’interessato”), l’articolo 20 (“Diritto alla portabilità dei dati”) e le politiche sulla privacy, la velocità e la completezza delle risposte.

«GDPR richiede analisi sui dati aziendali e sulla governance – afferma Penny Jones, Research Director di 451 Research – Ricerche recenti, compresa quella condotta da Talend e altre ricerche condotte 451 Research, hanno messo in evidenza che mentre molte aziende comprendono l’importanza del GDPR, molte altre non stanno ancora mettendo in atto le soluzioni necessarie per gestire correttamente i propri dati in termini di tecnologie e processi. Di conseguenza, molte aziende non assolvono gli obblighi dettati dal GDPR. Come risultato, non sono in linea con i requisiti del regolamento per quanto riguarda i metodi di archivio, gestione e recupero dei dati».

Al di fuori dell’Europa il GDPR è più rispettato

Solo il 35% delle aziende europee coinvolte ha fornito dati, con un tasso di conformità è risultato superiore per le imprese non europee, anche se di poco. Ciò significa che le aziende al di fuori dell’Europa stanno avendo un approccio leggermente più proattivo al GDPR.

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Il risultato peggiore dal settore retail

Il 76% delle aziende retail intervistate non ha risposto al GDPR. Invece, il settore con i risultati migliore è quello dei servizi finanziari, con un tasso di risposta solo del 50%. Inoltre, le aziende che hanno iniziato offline e quelle ostacolate dai sistemi legacy potrebbero trovare maggiori difficoltà a conformarsi con il GDPR.

I tempi di risposta dipendono dal settore

Il 65% delle imprese conformi al GDPR ha impiegato oltre 10 giorni per rispondere, mentre il tempo medio di risposta è stato di 21 giorni. Tuttavia, alcune sono riuscite a rispondere in modo più rapido: le imprese che offrono servizi di streaming, mobile banking e aziende tecnologiche hanno risposto in un solo giorno. Ciò induce a pensare che le aziende dedicate a servizi digitali sono più agili riguardo al GDPR.

«GDPR rappresenta un’opportunità per fidelizzare i clienti. Nell’era digitale, è strategico per le aziende avere una visione a 360 gradi dei propri clienti – dichiara Jean-Michel Franco, Senior Director Data Governance Products di Talend – Le aziende devono garantire che i dati siano consolidati e archiviati in modo trasparente e condivisibile. Inoltre, il limite di un mese stabilito dal GDPR dovrebbe essere considerato come una scadenza assoluta inderogabile piuttosto che un traguardo da raggiungere. Dalla nostra ricerca emerge che per alcuni brand è possibile soddisfare le richieste entro un giorno, suggerendo quindi che le aziende ben comprendono che i tempi di risposta rapidi aumentano la fiducia dei propri clienti».

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