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Western Digital punta sulla gestione del dato digitale

Dopo un passato recente fatto di diverse acquisizioni, la società californiana fa il punto: 5 brand che vendono 330 milioni di pezzi nel mondo ogni anno, ma l’obiettivo è la gestione del dato digitale laddove risiede, quindi sempre più spesso sullo smartphone. Ecco spiegata la partnership con Huawei

Pubblicato il 10 Lug 2017

Annalisa Casali

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Cresce la “fame” di spazio di archiviazione e crescono le esigenze di backup degli utenti, non solo di quelli aziendali. Le notizie che si susseguono a ritmi sempre più incalzanti di epidemie ransomware e malware, infatti, spingono anche i più refrattari a farsi una copia del disco rigido del notebook perché “non si sa mai…”. Accanto a questo, anche la memoria interna di smartphone e tablet è sempre più spesso satura di video e immagini e va liberata. «Negli anni Ottanta i produttori di hard disk erano una cinquantina, oggi siamo rimasti 3 (Western Digital, Seagate e Toshiba – ndr) – esordisce Davide Vento, Business Manager Storage Device per Italia e Grecia di Western Digital –. A questa progressiva concentrazione del mercato fa da contraltare un aumento esponenziale delle esigenze di memorizzazione perché tutto oggi si vive, si crea e si condivide in digitale».
Per avere un’idea dell’esplosione dei dati in formato elettronico che è sotto gli occhi di tutti, Vento fa vedere un’immagine che riassume quel che succede su Internet ogni minuto, e si tratta di numeri da capogiro.

«Ogni minuto vengono salvati circa 3 milioni di contenuti digitali, ovvero 1,6 trilioni di contenuti ogni anno – prosegue il manager –. Va da sé che la fame di spazio di archiviazione cresce in modo considerevole…».

Cosa cambia con le acquisizioni?

Western Digital negli ultimi 5 anni ha compiuto diverse acquisizioni, tanto che oggi è presente in 550mila punti vendita nel mondo con 5 brand diversi, per un totale di 330 milioni di pezzi spediti ogni anno. Tra i merge più significativi Amplidata, specialista di cloud storage, il produttore di dischi rigidi HGST (Hitachi Global Storage Technologies) e SanDisk. Quest’ultima, annunciata nell’ottobre del 2015 (per un controvalore di 19 miliardi di dollari), ha messo WD nella condizione di perfezionale la strategia di sviluppo del mercato dello storage ad alta capacità basato su memorie flash Nand. Il Nand è una tecnologia di memorizzazione a basso consumo energetico e alte prestazioni che sta vivendo un momento particolarmente positivo, legato all’affermazione delle applicazioni di analytics, ai Big Data e alla gestione in cloud dei data center.
Con le ultime acquisizioni è cambiato anche il focus dell’azienda, evoluto «dall’archiviazione alla gestione del dato digitale», spiega Vento.

Le nuove opportunità per il canale

Fino a una decina di anni fa il dato risiedeva sul computer, poi c’erano tutti gli altri device come chiavette USB, macchine fotografiche e lettori MP3, ciascuno con una propria funzione specifica. «Oggi, invece, tutte queste funzionalità sono svolte da un solo dispositivo, lo smartphone – chiarisce Luca Marazzi, Country Manager Western Digital e SanDisk per Italia, Grecia, Cipro e Malta –. È, infatti, questo il device utilizzato per guardare i video su YouTube, ascoltare la musica e condividere i file di lavoro. Ma è soprattutto il device utilizzato per immortalare i momenti della nostra vita, basta pensare che è proprio con il cellulare che viene scattato il 71% di tutte le foto realizzate nel mondo. Proprio sulla base di questa considerazione, due anni fa abbiamo lanciato una sfida al canale creando una nuova linea di soluzioni, battezzata MSS (Mobile Storage Solutions – ndr), che permette di salvare i dati in maniera sicura attraverso meccanismi di backup e storage, nonché condividerli e utilizzarli, per liberare la memoria scarsa del nostro device portatile per eccellenza. Oggi, queste soluzioni, a marchio SanDisk e WD, sono tra le più promettenti perché tutta la nostra vita, sia privata che lavorativa, ormai si svolge sullo smartphone».

All’inseguimento dei social

Il nuovo obiettivo di WD, dicevamo, è la gestione del dato digitale laddove risiede, ovvero sempre più spesso nello smartphone. A riprova dell’importanza di questo business per la casa californiana arriva anche la conferma della partnership siglata con Huawei. È del marzo scorso l’annuncio della prima scheda di memoria SanDisk microSD che supporta la specifica A1, così da ottimizzare le prestazioni di caricamento e utilizzo delle App mobile. Nei giorni scorsi, infine, WD ha presentato le nuove unità di archiviazione portatile My Passport Ultra. Si tratta di modelli che vanno a completare la linea delle soluzioni di personal storage My Passport che hanno decretato il successo degli ultimi 14 anni della casa americana. Quattro i modelli, con capacità compresa tra 1 e 4 TB e un prezzo variabile dai 99,90 ai 219,90 euro. Si tratta di una soluzione che, per la prima volta, integra anche il “social backup”, dando all’utente la possibilità di conservare copie di foto, video e documenti creati e condivisi sui social network e nei servizi cloud, come pure foto e video non caricati direttamente dall’utente, ma inseriti da amici e parenti, nei quali però l’utente sia stato taggato. John Brauer, noto design danese, ha rivisto il look&feel del prodotto, che oggi è molto curato, con finiture metalliche, colori sgargianti e un case per metà liscio e per metà zigrinato.

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