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Ruscica, Altea: «L’Italia deve ripartire dalla sua capacità di aprire i confini attraverso l’innovazione»



Il system integrator cresce da quattro anni a doppia cifra, grazie alla capacità di supportare con soluzioni innovative le migliori aziende italiane nei percorsi di trasformazione, organizzativa e tecnologica, che oggi sono necessari per reagire al calo di domanda interna. Intervista ad Andrea Ruscica, Fondatore e Presidente Altea

Redazione TechCompany360

Pubblicato il 24 Nov 2014


Andrea Ruscica, AD di Altea

C’è un’economia italiana che sorride, ed è quella fatta dalle tante imprese che sanno guardare ai mercati esteri, reagendo al calo della domanda interna con il coraggio di cambiare e una forte propensione all’innovazione, facendo leva sull’eccellenza maturata in passato. Ed è accompagnando queste imprese in controtendenza nel loro percorso di trasformazione che il system integrator ALTEA, nato nel 93 in Piemonte e oggi affermato su tutto il Nord Italia, è cresciuto a doppia cifra negli ultimi 4 anni, raggiungendo nel 2013 un ricavo netto di 21 milioni di euro. Perché è vero che la domanda è in crisi nel suo complesso, «ma all’interno ci sono cluster di eccellenza che stanno crescendo molto nei settori di riferimento, soprattutto le aziende che si rivolgono ai mercati esteri», spiega Andrea Ruscica fondatore e Presidente della società, convinto che la capacità italiana di fare industria all’estero sia la vera chiave per la ripresa del Paese.

Avete oltre 950 clienti in italia. Di cosa hanno bisogno oggi per competere in un mercato sempre più complesso?

La complessità non va vista come un ostacolo ma come un’opportunità di crescita. I nostri clienti, aziende di tutte le dimensioni e settori, hanno avviato processi di trasformazione radicale – sia organizzativa sia tecnologica – per far fronte a questo nuovo schema di gioco, dove l’innovazione ricopre un ruolo centrale. Innovare significa proprio saper gestire le enormi complessità emergenti, generate dalla globalizzazione, dalla domanda sempre più parcellizzata e stringente in termini di tempi. L’unico modo per mantenere la qualità dei deliverable sono le tecnologie digitali, dalla social collaboration, alle predictive analysis, ai Big Data, solo per citarne alcune.

Sono tutte esigenze che abbiamo saputo interpretare con soluzioni ad alto contenuto innovativo, potenziando la nostra offerta in specifici ambiti per offrire un approccio sistematico e strategico, come ad esempio nella gestione della Supply Chain, delle Risorse Umane e delle soluzioni Cloud. Il nostro ideale è riuscire a seguire le aziende rivestendo il ruolo di compagni nei processi di trasformazione, non solo per gli aspetti tecnologici ma anche per quello che riguarda l’organizzazione e le persone. Per fare questo, Altea da sempre ha avuto un approccio interdisciplinare e rapporti stabili con i principali vendor, in particolare SAP, Infor e Microsoft, con i quali condividiamo strategie, approccio al mercato, innovazione.

Il Gruppo altea è composto da diverse aziende, con alcune partnership. Qual è il modello organizzativo?

Altea ha un nucleo di aziende controllate (Altea, Alterna e PLM System), il cui bilancio consolidato supera i 40 milioni di euro, con 400 dipendenti. Le tre aziende rappresentano il cuore dell’offerta. Altea opera anche attraverso il suo modello federativo costituito da aziende altamente specializzate: Helianthos, per la consulenza organizzativa; Briefing per SAP CRM e SAP Financial; Cyrius2, per le soluzioni SAP in ambito Automotive. Per garantire coerenza di visione strategica e di investimenti, deteniamo quote societarie, fra il 20 e il 30% e io siedo nel CDA. A loro volta, le aziende controllate hanno sviluppato una propria federazione d’aziende. Il nostro progetto è di ampliare il modello e, con lo stesso approccio, stiamo mettendo a punto una strategia d’internazionalizzazione: andremo ad acquisire quote qualificate di aziende per innestarci nel territorio locale. In generale, valutiamo le aziende candidate o per localizzazione geografica, o per competenze specifiche, o per ambiti misti, ovvero per progetti speciali di innovazione. Ne abbiamo realizzato uno, ad esempio, con l’Università del Salento, in ambito BPM.

Le persone sono uno dei pilastri della strategia. Come gestite i talenti?

Siamo molto attenti alla gestione delle persone. Da un lato ci sono le risorse più senior, che sono cresciute in ALTEA o che abbiamo acquisito dall’esterno, e con loro l’obiettivo è sviluppare un approccio proattivo, sempre più process driven e sempre meno technology-driven: dobbiamo padroneggiare le tecnologie e anche essere capaci di interpretare i processi di business. È un cambio di paradigma faticoso, al quale ALTEA lavora con attenzione e cura. Dall’altra ci sono i giovani laureati, che formiamo attraverso le nostre Academy. Si susseguono in aule da 10 e sono molto apprezzate anche dai clienti che ci chiedono di poter formare giovani anche per la loro organizzazione. I momenti di formazione e di condivisione si svolgono nel nostro Centro Studi “La Terriera”. Un’oasi verde nell’alto Vergante, un ambiente piacevole per incontrarsi, spesso anche con i clienti, in un clima disteso.

Qual è il vostro approccio al cloud e in che modo il software as a service sta cambiando il ruolo di un system integrator?

Premesso che stiamo sempre attenti a interpretare le nuove tecnologie senza farne solo degli slogan – perché tante volte nell’IT abbiamo introdotto novità che mestamente abbiamo fatto rientrare – crediamo che il Cloud sia una proposta molto interessante, che debba essere affrontata in modo graduale, attraverso modelli ibridi che permettano di valutarne le potenzialità. Consigliamo approcci a scacchiera, a partire da alcuni dipartimenti dell’azienda stando attenti a valutare le difficoltà integrative.

Abbiamo anche accolto un’iniziativa del Politecnico di Milano, il Cloud Journey, facendo incontrare i clienti con gli accademici per discutere sul tema dell’analisi degli impatti: il Cloud è un viaggio che si sa come inizia ma non è sempre chiaro come finisce.

Come gestite lo scouting di tecnologie innovative e gli accordi con nuovi vendor?

La nostra innovazione è prevalentemente vendor driven, ovvero approcciamo il nuovo attraverso la lente dei vendor, che oggi hanno politiche che puntano a coprire i bisogni informatici a 360 gradi, con una serie costante di acquisizioni. Avendo i migliori vendor del mondo come partner, possiamo fare benchmark fra i prodotti per capire punti di forza.

Tuttavia, possono esserci tecnologie interessanti anche al di fuori di questi schemi e per questo abbiamo un’area dedicata, quella della Digital Transformation. Sappiamo che per noi, come per i nostri clienti, anche crescere non è così facile o scontato e la Digital Transfor- mation sta offrendo la possibilità di dar forma a nuovi business e di rendere operativi nuovi modelli per il futuro dei nostri clienti. Anche questa recente sfida la affrontiamo come un processo ibrido: culturale, tecnologico, creativo e manageriale.

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