Intervista

Lenovo abbraccia sempre più l’iperconvergenza



Il vendor, con la presentazione della sua nuova serie ThinkAgile, dimostra la volontà di scommettere su questa svolta tecnologica. E invita i partner a fare altrettanto

Gianluigi Torchiani

Pubblicato il 11 Nov 2016


Gianluca Degliesposti, Executive Director Data Center Group EMEA di Lenovo

Il mercato dei data center, di per sè, non sta certo vivendo il migliore dei suoi momenti. Ma questo non significa che nel settore sia tutto fermo, anzi. Come racconta a Digital4Trade Gianluca Degliesposti, Executive Director Data Center Group EMEA di Lenovo , uno dei fenomeni tecnologici più discussi di questo tempi, l’iperconvergenza, sta conoscendo un buon successo anche in Italia. Con questo termine, secondo quanto recita la definizione ufficiale di Gartner è una “piattaforma che offre risorse di elaborazione e storage condivise, basate su storage ed elaborazione definiti da software, hardware di largo consumo e un’interfaccia di gestione unificata”. Poiché è definita dal software, un’infrastruttura iperconvergente è in grado di apportare vantaggi di varia natura, mettendo a disposizione un’infrastruttura molto più flessibile e semplice da gestire rispetto a quelle tradizionali.

Su questa strada si muove anche un vendor come Lenovo, forte anche dell’alleanza con un partner tecnologico come VMware, che ha da poco presentato una nuova linea di soluzioni chiamata ThinkAgile, per ora disponibili soltanto negli Usa e presto anche in Europa. In buona sostanza le soluzioni ThinkAgile sfruttano le capacità di Lenovo per fornire al mercato pre-installazioni e pre-configurazioni di server, storage e funzionalità di rete factory-level, oltre a virtualizzazione e strumenti di gestione. Il risultato è un’offerta pre-validata e completamente configurata, disponibile e pronta a essere utilizzata. La prima soluzione di questa nuova linea, ThinkAgile CX Series, è stata presentata al recente Gartner Symposium/IT Expo di Orlando e, secondo Degli Esposti, permette di offrire un vero e proprio end to end ai clienti enterprise, andando oltre il semplice ferro.

Cosa cambia per i partner di canale? «È chiaro che con ThinkAgile diamo un po’ più di linfa vitale al mercato. I partner possono contare su una soluzione che, comunque, è più innovativa di quella che offrono i concorrenti. Inoltre, poiché Lenovo è una società che, soprattutto in Emea, passa la quasi totalità del suo fatturato, il canale resta fondamentale. È uno schema win-win: i nostri rivenditori sono garantiti nella soluzione che offrono ai loro clienti. D’altra parte noi abbiamo bisogno di partner che abbiano una certa competenza nell’implementare e nel suggerire questo tipo di soluzioni. Il nostro canale è dunque l’elemento centrale è fondamentale nell’educare l’utente finale. Non tutti i partner hanno la capacità di offrire soluzioni di questo tipo, ma ce ne sono alcuni che hanno sicuramente già sposato questo tipo di tecnologie, intravedendone benefici per la loro strategia», evidenzia Degliesposti.

Anche perché nel mercato data center non è tutto rose e fiori. «È un settore che nel suo complesso non cresce certo tantissimo, ma comunque si rinnova. E l’iperconvergenza sta crescendo moltissimo, perché nel mondo data center tutti stanno molto attenti all’innovazione e, soprattutto, ai costi. È un mercato dunque, che ci vede protagonisti, anche perché come Lenovo non abbiamo un business storage classico da proteggere, al contrario di altri attori per cui rappresentava la zoccolo duro e che un tempo potevano contare su delle marginalità superiori rispetto a quelle attuali. L’iperconvergenza sta insomma oggi entrando nella testa degli IT manager che vogliono capire come rendere più flessibile la propria impresa. È una soluzione giusta per aziende che vanno da un centinaio di dipendenti a 1000. Ma anche le aziende sopra i mille addetti possono trarne vantaggio, ad esempio implementando agilmente nuovi rami di azienda senza investire somme ingenti in storage di tipo granitico».

Una formula che sembra essere costruita ad hoc per il mercato nazionale: «In Italia ci sono soprattutto da medie imprese e, anche per questo motivo, l’iperconvergenza sta conoscendo un certo appeal. È vero che l’Italia non è mai stato un Paese che ha adottato l’innovazione alla velocità della luce, però in questo caso vediamo un movimento maggiore. Forse anche perché perché i budget aziendali sono più limitati rispetto al passato. Favorendo dunque l’adozione tecnologie come software defined e iperconvergenza», conclude il manager Lenovo.

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