Analisi

Storage, un mercato che cresce e innova sotto un diluvio di dati



Nel corso dei prossimi cinque anni molte aziende avranno bisogno di rivedere le scelte fatte per dotarsi delle capacità necessarie per condurre il business. È necessario adottare sistemi per elaborare informazioni testuali, video, provenienti da social network o altre fonti classificate come Big Data, e ridurre gli spazi e l’energia impegnati per il Data Center e i relativi costi

Redazione TechCompany360

Pubblicato il 03 Feb 2014


Il mercato mondiale dei sistemi di storage ha superato la quota di 6 miliardi di dollari ed è in crescita anno su anno del 2% circa. Lo spiega in un proprio report Gartner, commentando che pur non trattandosi di una crescita sostenuta, questa non ha mai subito interruzioni per 15 trimestri consecutivi. Secondo la società di ricerche, molte delle applicazioni più innovative dei sistemi IT, in particolare nell’ambito dell’analisi dei dati, stanno mettendo sotto pressione i sistemi esistenti. Nel corso dei prossimi cinque anni molte aziende avranno quindi bisogno di rivedere le scelte fatte nell’ambito storage, ma anche quelle che riguardano architetture server e reti, per dotarsi delle capacità necessarie per condurre il business, oltre che per ridurre spazio ed energia impegnati per il Data Center e i costi relativi.

Man mano che le aziende rendono le applicazioni interne più accessibili a clienti e partner esterni via Web, oppure adottano sistemi per elaborare informazioni testuali, video, provenienti da social network o altre fonti classificate come Big Data, diverrà importante adeguare gli array di dischi e l’intero data center. L’accesso ai dati è infatti in crescita anche da parte di applicazioni tradizionali come gestionali, CRM oggi integrati con funzioni di Business Intelligence/Business Analytics e utilizzati da un maggior numero di funzioni aziendali e utenti grazie al real time e a interfacce adatte ai non addetti ai lavori. La possibilità di trarre informazioni utili al business sollecita l’interesse delle aziende verso fonti dati disponibili sia all’interno sia all’esterno dell’azienda, e quindi per l’utilizzo di strumenti che consentono di sfruttare e correlare dati strutturati e non strutturati tra cui documenti, e-mail, video e altre fonti solitamente non considerate fuori dall’uso specifico.

Nelle previsioni di IDC per l’anno 2014, la spesa mondiale per le tecnologie e i servizi che riguardano i Big Data supererà a livello globale i 14 miliardi di dollari con una crescita del 30% anno su anno. Lo sviluppo di nuove piattaforme per lo streaming in tempo reale e quindi per un maggiore uso del video si affiancherà a quello di nuove piattaforme Cloud per sfruttare informazioni di fornitori esterni e data-broker specializzati.

In generale IDC prevede una forte crescita d’interesse per nuovi servizi analitici, oltre che per l’integrazione tra le applicazioni d’impresa e i social network (per il 2017 IDC prevede che l’80% delle Fortune 500 avrà delle comunità online di clienti contro l’attuale 30%). Sempre secondo IDC, Data Center e Cloud resteranno tra le componenti cruciali per le imprese. Mentre da una parte crescono i Data Center dedicati a erogare servizi Cloud, dall’altra il mercato di server, storage e networking sarà sostenuto dagli acquisti dei service provider che prediligeranno le soluzioni più altamente modulari, efficienti, basate su hardware commodity. I fornitori IT dovranno quindi confrontarsi con una differente domanda e forzati ad adottare strategie che porranno le tecnologie Cloud in prima linea. Nel recente rapporto di Forrester Research sui trend per il 2014 e oltre, è citato lo sviluppo dell’Internet delle cose (Internet of Things) o altrimenti dei nuovi sensori, che aiuteranno l’acquisizione automatizzata di informazioni utili per il monitoraggio ambientale, della security, come anche dei comportamenti degli acquirenti all’interno di un centro commerciale per gli scopi d’elaborazione e previsionali più diversi. Sul fronte delle infrastrutture si sottolinea la relazione tra le nuove modalità di collaborazione e comunicazione d’impresa e le esigenze infrastrutturali. Queste ultime, secondo Forrester, potranno trovare risposta nelle Converged infrastructure e nelle Software-defined networks, fino all’emergente Software-defined Data Center, come nuovo modello organizzativo per la gestione di infrastrutture intelligenti in cui l’IT sarà veloce, semplice ed economica per una grande varietà di carichi di lavoro.

*****DA SAPERE*****


L’uso degli Analytics in Italia riguarda essenzialmente dati strutturati

Oggi le organizzazioni si trovano a dover gestire una quantità di dati sempre maggiore e di elevata complessità data la loro provenienza dalle fonti più disparate. L’Osservatorio sui Big Data Analytics & Business Intelligence promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, ha analizzato le tipologie di dati interessate dall’utilizzo di sistemi di Big Data Analytics & Business Intelligence in una Ricerca presentata di recente e focalizzata sulle medie e grandi organizzazioni che ha coinvolto 184 imprese e Pubbliche Amministrazioni con due survey indirizzate a CIO e CMO. Emerge che le iniziative di Basic & Advanced Analytics possono riguardare l’elaborazione di dati di diversa natura.

Dati strutturati, le cui sorgenti primarie sono tipicamente rappresentate dai sistemi transazionali, altamente performanti per la gestione di informazioni organizzate secondo schemi di database predefiniti. Si tratta di dati facilmente manipolabili poiché memorizzati in modo strutturato. L’analisi evidenzia che, tra i dati prevalentemente utilizzati nei sistemi di BDA & BI, vi sono le tabelle, i record e le documentazioni di office automation nel 69% dei casi, i dati geografici nel 21% e i dati correlati ad eventi come messaggi real-time nel 17%. Meno utilizzati, invece, risultano i dati di telecomunicazioni (13%) e quelli Machine-to-Machine (10%), generati da trasmettitori, sensori (wifi, bluetooth, RFID, NFC) e misuratori digitali.

Dati semi-strutturati e destrutturati, ovvero informazioni prive di schema che non possono essere adattate a un database relazionale (immagini, contenuti video, file di testo, blog e social network), o per le quali esiste una struttura irregolare o parziale (XML e standard simili), ma non sufficiente per permetterne la memorizzazione e gestione da parte dei Database Management System (DBMS) relazionali. Tra le tipologie di dati semi-strutturati e destrutturati maggiormente utilizzati, il 39% delle organizzazioni dichiara di utilizzare XML e standard simili, il 26% email e file di testo e il 14% log web e clickstream.

Coerentemente con lo scenario internazionale, in Italia il volume complessivo di dati che le organizzazioni utilizzano nei propri sistemi di BDA & BI è in crescita sia per i dati strutturati (+19% sul 2012) che per i dati destrutturati (+28% sul 2012). Tuttavia, ad oggi, sebbene recenti studi indichino che i dati destrutturati rappresentano il 90% dei dati disponibili nelle aziende, i dati realmente utilizzati nei sistemi di BDA & BI dal campione intervistato sono per l’84% dati strutturati.

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