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Addio Essential Phone



Andy Rubin ha messo in vendita il suo brand, a seguito di un vero fallimento del progetto di un Android nudo e crudo

Paolo Longo

Pubblicato il 30 Mag 2018


Non è bastato il nome, non è bastato essere uno dei fautori del progetto Android per rendere Essential un telefono per la massa. Il marchio creato da Andy Rubin è in vendita, o almeno così pare. Nonostante le voci di un prossimo lancio di Essential Phone 2, l’idea di restituire agli utenti un dispositivo che incarnasse la vera essenza del sistema operativo di Google, privo di orpelli e personalizzazioni varie, è fallita prima di vedere la seconda luce.

Essential aveva ricevuto fondi da parte di multinazionali che credevano molto nel business: Foxconn e Amazon ad esempio ma anche Tencent e Redpoint, tanto da raggiungere un valore di mercato di circa 1 miliardo di dollari.

Perché mai Rubin abbia messo Essential in vendita è una domanda a cui è difficile rispondere soprattutto in vista della presentazione della seconda generazione di smartphone, che pure avrebbe potuto dare maggiori soddisfazioni della precedente. Stando a quanto scrive Bloomberg, ci sarebbero già degli acquirenti interessati a ottenere non solo il marchio ma anche brevetti e prodotti in via di definizione, come un accessorio per la smart home che era in calendario forse per la fine dell’anno.

I numeri finora raccontano di circa 20 mila Essential Phone spediti globalmente, la maggior parte negli USA. A distanza di poco tempo, il prezzo medio del terminale era stato quasi dimezzato, permettendone un accesso maggiore ma anche una percentuale di revenue ridotta per l’azienda. Ad ogni modo, sembra che Essential non smetterà di lavorare ai propri progetti, almeno questo spera la community che la segue sin dall’inizio.

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