Cloud e infrastrutture

Svolta per Ubuntu: AT&T passa all’open source



Il sistema operativo di Canonical vince la concorrenza di IBM e Microsoft per il passaggio delle infrastrutture dell’operatore USA al cloud

Paolo Longo

Pubblicato il 19 Gen 2016


La seconda telco più grande degli Stati Uniti, AT&T, ha comunicato un passaggio epocale nella sua storia: l’adozione di Ubuntu per la sua infrastruttura. Il pinguino più famoso della rete ha battuto la concorrenza di IBM e Microsoft Azure per la fornitura di servizi cloud all’operatore. AT&T ha dunque selezionato Canonical, la compagnia che sviluppa la distribuzione di Linux, per giocare un ruolo essenziale nell’adozione di nuovi processi e modelli di business basat sulla nuvola. John Zannos di Canonical ha spiegato in questo modo la decisione: “Si tratta di un passo importante nella storia di Linux. La rete scalabile di AT&T ora utilizzerà le migliori innovazioni di Canonical per le reti future e scalabili del gruppo. L’azienda ci ha selezionati per ottenere un aiuto nello sviluppo del cloud, delle applicazioni enterprise e in un software centralizzato su soluzioni all’avanguardia, di prossima generazione”.

L’accordo

La prima conseguenza della collaborazione di AT&T con Canonical sarà la declinazione di numerosi servizi direttamente sul cloud, compresi quelli per gli utenti business. “Stiamo cambiando i nostri modelli di scalabilità, adottando soluzioni più semplici e modulari – ha detto un portavoce della telco – in maniera simile all’evoluzione delle applicazioni nei data center, ora quasi tutte sulla nuvola. L’avvento di tante soluzioni open source, come OpenStack, rappresentano un’opportunità unica per giungere agli obiettivi che ci siamo preposti, per questo non possiamo che essere fieri della partnership con Canonical”. La notizia è di quelle da ricordare per il sistema operativo Ubuntu che, già da tempo calato in diversi ambiti professionali attraverso la Server Edition (giunta alla release 15.10), potrà ora accellerare sull’offerta di un software dedicato alle aziende. Il futuro è ancora più roseo se si pensa alle possibilità offerte dall’Internet delle Cose a cui Linux ha dedicato un OS specifico, Snappy Ubuntu Core for IoT.

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